mercoledì 6 febbraio 2008

To His Coy Mistress

Avessimo abbastanza Mondo e Tempo,
non sarebbe un delitto, Signora, la vostra ritrosia.
Penseremmo, seduti, a quale strada prendere,
e come fare a trascorrere il nostro
lungo giorno d'amore. Voi sulla riva del Gange
trovereste rubini. Io presso l'onda
del fiume Hember mi lamenterei. Vi amerei
fino a dieci anni prima del Diluvio, e voi
se vi piacesse potreste rifiutarmi
fino alla conversione degli Ebrei.
Il mio Amore vegetale avrebbe il tempo
di diventare più grande di tutti gli Imperi,
e perfino più lento. Cent'anni se ne andrebbero
per fare complimenti ai vostri occhi, oppure
per contemplarvi il viso. Duecento
per adorare uno dei vostri seni:
e trentamila almeno per adorare assieme tutto il
resto.
Un Evo intero per ciascuna parte, e l'ultimo
alfine mostrerebbe il vostro cuore.
Perché senza dubbio, Signora,
questo cerimoniale ve lo meritate,
e io non vorrei amarvi a minor prezzo.
Ma alle mie spalle odo continuamente
l'alato Carro del Tempo che si avvicina veloce:
e laggiù, da ogni parte, avanti a noi
si stendono deserti di vasta Eternità.
La vostra bellezza, così, non sarà più ritrovata;
non si potrà più udire nel vostro sepolcro di
marmo
echeggiare il mio canto: allora solo i vermi
tenteranno
quella verginità che a lungo avete preservata,
e il vostro strano Onore sarà mutato in polvere,
tutta la mia lussuria trasformata in cenere.
Certo la tomba è un luogo intimo e bello,
ma dubito che alcuno vi voglia fare all'amore.
Dunque mentre il colore della giovinezza
ora si posa sulla vostra pelle
come rugiada del mattino, ora che l'anima
consente e brucia con fiamme importune,
finché possiamo goderci il piacere;
subito come uccelli da preda amorosi,
subito divoriamo il nostro tempo
piuttosto che languire nelle sue lente mascelle.
Tutta la nostra energia, tutta la nostra dolcezza
cerchiamo di addensarla in un'unica Sfera:
gettiamo i nostri piaceri con rude violenza
oltre i cancelli di ferro della Vita. Così
sebbene non si possa obbligare il nostro sole
a fermarsi, possiamo tuttavia obbligarlo a correre.

Andrew Marvell (
Winestead-in-Holderness, Yorkshire, 1621 - 1678)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ottima traduzione!!!(alessia)

Anonimo ha detto...

La traduzione è di Roberto Sanesi, la migliore, a mio parere delle tre ufficiali.

Anonimo ha detto...

ma pk è così lungo??? stronzo